Massimo Fiocco, un pittore tra oggettività e nuove tendenze

ale paesaggio divisionista 1991Massimo Fiocco nasce a Roma il 5 luglio del 1936, da madre ligure e padre abruzzese.

Pittore e incisore, ha sperimentato varie forme espressive, negli anni ’60 e ’70, dalla narrativa al teatro alla radiofonia, dedicandosi in ultimo e in modo esclusivo alla pittura, a iniziare dalla fine degli anni ’80.

Le sue esperienze sul linguaggio scenico, innervate da implicazioni simboliste, già evidenti in La casa crolla (1965), rappresentato al Teatro delle Muse per la regia di Giorgio Bandini e nel dramma radiofonico Ngoro Ngoro (1971), interpretato da Sandro Merli e Laura Betti, e più ancora nel Monaco nero (1976) da Cechov, con Luigi Mezzanotte e Milena Vukotic, e nel Giona (1978), sull’insanabile lacerazione del legame tra padri e figli, sono tutte confluite in una scelta di contaminazione tra conflittualità interiore e realtà visiva. Una scelta orientata all’elaborazione di uno stile pittorico sensibile al recupero della convenzione oggettiva.

Guardando in prospettiva gli ultimi anni della sua attività, documentata da numerose mostre a Roma, Ostia, Spoleto, Latina, Istanbul, si avverte sempre più netto l’impegno di evidenziare nei suoi quadri le connessioni tra percezione immediata e memoria, tra il dato realistico e l’irrompere dei simboli temporali, che accentuano il tono lirico di certi suoi paesaggi. Altrove invece, dove più contenuti sono la nostalgia e il ritorno alle origini, la materia si affina in un respiro epico e corale, che si traduce in più ampie partiture dai toni fermi e luminosi.

E’ inserito nei cataloghi Mondadori e le sue mostre sono state recensite o presentate da Vito Apuleio, Carlo Fabrizio Carli, Maurizio Fontana, Ruggero Orlando, Clotilde Paternostro, Giuseppe Selvaggi.

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