L’approccio di Massimo Fiocco alla pittura è caratterizzato dall’umiltà, desidera conoscere e scoprire, ma sempre facendo tesoro della lezione degli antichi, dei grandi che studia continuamente. La curiosità e il desiderio di allargare i propri orizzonti lo hanno portato spesso apparentemente lontano dalla sua pittura, ma la lezione che è riuscito a trarne conferma la profondità delle sue sintesi stilistiche.
“L’incontro del tutto casuale con l’opera di Lorenzo Lotto ha aperto altre porte – precisa Fiocco – lui aveva molto chiara l’idea che oltre la vita ci fossero delle presenze uscite dalla filosofie esoteriche e la sua speculazione artistica è molto affascinante a cominciare dal suo pensiero sulla Quarta Dimensione”. “Ha inventato – prosegue Massimo Fiocco, sempre a proposito di Lorenzo Lotto – il teatro della memoria, l’opera è una rappresentazione della quale chi osserva è invitato ad intervenire, l’opera è una sollecitazione intellettuale e culturale che richiede l’accesso a certe forme di simbologia connaturate all’uomo non solo a carattere dotto e non simbologie che marcano una distanza tra il pittore e il fruitore. L’arte di Lotto consente al profano di entrare nel dipinto per farne cosa sua non senza una giusta dose di ironia”.
“La sua grandezza è stata quella di essere arrivato ai semplici e anche di aver fatto una sorta di antologia di tutti i maestri che lo hanno preceduto con citazioni di tutti i grandi riconvogliandoli alla sua arte tanto che sembrano frutto della sua invenzione, questa è una grandezza che in pochi hanno avuto. Questo vorrei che si potesse cogliere nelle mie opere”.