“Si dipinge perché non servono le parole”

Di seguito, alcune considerazioni di Massimo Fiocco sul perché della sua pittura e sul lavoro dell’artista. Una ricerca continua che non puoi mai considerarsi conclusa,

Da pittore è chiaro che ogni volta che ci si imbatte in qualche grande che ti colpisce nasce spontaneo il desiderio di capire come sono arrivati a certe conclusioni pittoriche e allora la memoria e le esperienze vissute fanno il loro corso e consentono di elaborare le citazioni che inevitabilmente e anche volutamente di tanto in tanto emergono dalle tele”.

Considerata la scuola del ‘900 e la voglia di ricavare da essa motivi di ispirazione e moduli espressivi, agli autori che più hanno ispirato e colpito la mia “convenzione” pittorica e il mio percorso, Kokoska, Soutine, De Stael, si è aggiunta recentemente anche la lezione di Lorenzo Lotto”.

Eucalipto – 1997 – Olio su Tela – 60×50

Si dipinge perché non servono le parole. Mi colpì tanti anni fa la descrizione su come guardare un quadro di Monet, come si muove l’occhio, quale punto di osservazione prendere, non sai mai da chi e da dove possono venire certi spunti, a volte anche le persone più strampalate ti danno un aiuto”.

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